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"I rapporti Usa-Italia mai così stretti malgrado Wikileaks", intervista con l'Ambasciatore David Thorne (copy)

"I rapporti Usa-Italia mai così stretti malgrado Wikileaks", intervista con l'Ambasciatore David Thorne

L'Ambasciatore degli Stati Uniti d'America David Thorne

L'Ambasciatore degli Stati Uniti d'America David Thorne

La seguente intervista è apparsa sul quotidiano "La Stampa" il giorno 10 gennaio 2011

Intervista di Maurizio Molinari
Roma

L'ambasciatore a Roma Thorne: "Andrò dai soldati ad Herat. La vostra presenza sul territorio afghano è fondamentale"

I legami fra Roma e Mosca preoccupano meno l'amministrazione Obama, sul dossier Iran la cooperazione è intensa e l’ambasciatore David Thorne andrà a Herat per rendere omaggio alle nostre truppe in Afghanistan: Washington mette l’acceleratore sui rapporti bilaterali con il governo Berlusconi puntando ad allontanare «il momento di negatività» scaturito dalla pubblicazione da parte di Wikileaks di documenti diplomatici americani contenenti giudizi severi su Palazzo Chigi. È questo ciò che emerge da un incontro con lo stesso Thorne, avvenuto in un hotel vicino alla Casa Bianca a margine della sua visita a Washington incentrata sulle relazioni con l'Italia.

Ambasciatore, qual è lo stato di salute dei rapporti bilaterali?
«Non c’è mai stato un momento migliore ma aleggia uno stato temporaneo di negatività dovuto soprattutto a Wikileaks».

Negli ambienti del governo italiano il contenuto di alcuni dei documenti diplomatici americani rivelati da Wikileaks e attribuiti a lei ha suscitato forte disappunto. Come giudica quanto è avvenuto?
«Non commenterò il contenuto di questi documenti ma non posso negare che in Italia, come in altri Paesi, Wikileaks ha creato delle difficoltà, è diventato un diversivo rispetto all'attività di politica estera. In particolare credo che Wikileaks ha avuto questo effetto in Italia per la coincidenza con la fase politica interna, segnata da toni elettorali. È stato come gettare benzina sul fuoco».

C'è bisogno di un «reset» delle relazioni bilaterali?
«Non credo ci sia bisogno di un "reset" perché l’Italia è per noi un partner di grande valore dall’Afghanistan al Medio Oriente, dalla Russia all’Iran fino al Corno d’Africa. Per noi nulla di questo è cambiato. Anzi dal mio punto di vista l’importanza dell'Italia è aumentata nell’ultimo anno. Il ministro degli Esteri Franco Frattini è stato un sostenitore dei rapporti bilaterali fuori dal comune. Non dobbiamo consentire a Wikileaks di oscurare tutto questo».

Cosa si pensa a Washington del governo Berlusconi?
«C’è grande apprezzamento. Ho lavorato per l’incontro fra il Segretario di Stato Hillary Clinton e il premier Berlusconi in Kazakhstan proprio per sottolinearlo. E credo che nei prossimi tempi vi saranno ulteriori sviluppi per rafforzare il dialogo fra le leadership dei nostri due Paesi».

Pensate a una «linea rossa» fra Casa Bianca e Palazzo Chigi?

«Non ne voglio parlare ma l'Italia è uno dei nostri partner più importanti e abbiamo bisogno di un livello di comunicazioni bilaterali che sia conseguente».

Ricordo che un anno fa nell’amministrazione Obama c’era grande preoccupazione per la vicinanza fra Berlusconi e Putin. È ancora così?
«No, non più. Siamo meno preoccupati di allora. L’Italia è stata una forte sostenitrice del riavvicinamento con la Russia e questa è anche la posizione di Obama. Vi sono stati progressi con la Russia che hanno migliorato lo scenario».

Questo è vero anche per i legami energetici dell’Eni con Mosca?
«Sì perché vi sono stati molti incontri con Paolo Scaroni, a Roma e a Washington. L’Eni ha cambiato il suo approccio, ipotizzando una convergenza fra gli oleodotti South Stream e Nabucco. Direi che siamo in una fase di dialogo costruttivo».

È vero che sta per andare in visita in Afghanistan?
«Si, andrò anche a Herat per rendere omaggio ai soldati italiani. Sono stato sotto le armi e mi sento molto vicino ai vostri militari. L’Italia come Paese svolge un ruolo cruciale nella coalizione essendo il terzo partner per numero di effettivi e nella transizione afghana i vostri carabinieri sono molto importanti per l’addestramento delle truppe afghane».

In luglio il Pentagono inizierà a ritirare le truppe quando crede che gli italiani potranno incominciare a lasciare Herat?
«È una decisione che spetta alla Nato, ai comandi sul campo, ma quando ho parlato con il generale David Petraeus a Roma mi sono reso conto che vi sono dei miglioramenti sul terreno. Stiamo facendo dei progressi sulla sicurezza e ciò è di buon auspicio».

Che giudizio date dell’adesione italiana alle sanzioni all’Iran?
«La cooperazione italiana sull’Iran è molto utile. Non solo per il sostegno alle sanzioni. Ciò che noi apprezziamo sono i legami di vecchia data, umani e commerciali, che avete con l’Iran perché in prospettiva potrebbero risultare molto utili nei rapporti con loro quando anche noi, speriamo presto, potremo averne».

Perché ha citato il Corno d'Africa fra le aree di forte cooperazione bilaterale?
«Ho parlato qui a Washington con il capo della Cia Leon Panetta e mi ha detto che l’Italia può essere di grande aiuto nel Corno d'Africa contro il terrorismo. L’Italia già svolge un ruolo cruciale in Europa, come dimostrato dalla recente cattura nel Sud di un importante capo di Al Qaeda. E questa competenza regionale dell’Italia può essere utile anche per stabilizzare l'area attorno al Sudan nella fase successiva al referendum».

La tenuta dell’economia italiana è fonte di preoccupazioni?
«Non solo in Italia ma in tutta l’Europa per noi è importante stimolare la crescita e tagliare la spesa pubblica. In Europa non c'è stato un grande confronto sugli stimoli fiscali all’economia mentre l’attenzione è stata più sui tagli, come fatto da Giulio Tremonti. Si possono avere ricette diverse ma ciò che conta per l'America è che l’Europa e l’Italia crescano».

Il presidente Obama cerca nuovi mercati per le esportazioni americane. L’Italia è fra questi?
«Tutti vogliamo esportare, noi come voi. In Italia vi sono grandi opportunità per noi come lo sviluppo della rete a banda larga e la presenza di impianti per energia alternativa, solare e eolica, nell’Italia del Sud o a Montalto di Castro. Sono opportunità delle quali parlo spesso con i miei interlocutori».