"L'Italia fa passi impressionanti Roma cruciale per superare la crisi", intervista al Presidente USA Barack Obama
Washington, D.C., 9 febbraio 2012
La seguente intervista è apparsa sul quotidiano "La Stampa" del giorno 9 febbraio 2012
Obama a La Stampa: "Monti sta modernizzando l’economia, avanti così su deficit e crescita". Oggi alla Casa Bianca il colloquio con il presidente del Consiglio.
Maurizio Molinari
«L’Italia sta facendo passi impressionanti al fine di modernizzare la
sua economia»: il presidente americano Barack Obama parla in esclusiva
con «La Stampa» a poche ore dall’odierno incontro con il premier Mario
Monti nello Studio Ovale, esprimendo forte sostegno per le misure di
risanamento adottate dal governo e delineando l’agenda dei rapporti con
l’Europa.
Le parole di Obama testimoniano la convinzione che
Monti sta guidando l’Italia verso i sacrifici necessari ed è un leader
europeo con il quale discutere la comune ricetta di Usa-Ue per superare
la crisi finanziaria. A testimoniarlo è che Monti nell’intervista alla
tv «Pbs» aveva auspicato martedì maggiori firewall finanziari per
l’Eurozona «perché mettendone di più grandi si riduce la possibilità di
doverli usare» e Obama ora risponde «sono d’accordo», lasciando
intendere la necessità di un maggior impegno della Germania.
Il
presidente descrive America e Europa alleate per battere la crisi
finanziaria, aiutare le svolte democratiche in Medio Oriente e Nord
Africa, costruire la difesa missilistica Nato e sostenere la transizione
afghana. L’interesse americano per il risanamento italiano si deve alla
convinzione che sia un passaggio cruciale per ridare stabilità
all’Eurozona, scongiurando una nuova recessione negli Stati Uniti. A
conferma dell’attenzione nei confronti dell’ospite, Pennsylvania Avenue
lo accoglie con un cerimoniale che prevede dopo l’incontro nello Studio
Ovale che Monti parli alla stampa al Pebble Beach, davanti all’entrata
della West Wing.
L’intervista che segue è un ulteriore gesto di
attenzione nei confronti del nostro Paese perché finora Obama non ne
aveva mai concesse in occasione della visita di un premier italiano a
Washington.
Partiamo dalla crisi dell’Eurozona. In più
occasioni lei ha espresso la necessità di un’espansione dei «firewall
finanziari per l’Europa». Ritiene che l’attuale cooperazione fra i
governi di Germania, Francia e Italia vada nella direzione giusta?
«La
situazione finanziaria in Europa sarà al centro dell’agenda con il
primo ministro Monti nell’Ufficio Ovale. Come ho detto durante la crisi,
credo che l’Europa abbia la capacità economica e finanziaria per
superare questa sfida. Durante gli ultimi due anni, l’Europa ha compiuto
un certo numero di passi difficili e cruciali per affrontare la crisi
che cresceva. In Italia e in Europa i cittadini stanno compiendo
sacrifici dolorosi.
Sotto la leadership del primo ministro Monti,
l’Italia sta ora adottando passi impressionanti per modernizzare la sua
economia, ridurre il proprio deficit attraverso una combinazione di
misure su entrate e spese, riposizionando la nazione sul cammino verso
la crescita. Più in generale i governi europei si sono uniti nel
riformare l’architettura dell’Unione europea. Una delle lezioni che gli
Stati Uniti hanno appreso durante la nostra recente crisi finanziaria è
stata l’importanza di dimostrare ai nostri cittadini, alle nostre
imprese, e ai mercati finanziari che eravamo impegnati a fare ciò che
serviva per risolverla. Questo è il motivo perché abbiamo chiesto con
urgenza ai nostri partner europei di erigere abbastanza firewall
finanziari per evitare che la crisi si diffondesse. Sono d’accordo con
quanto il primo ministro Monti ha detto: se l’Europa mette in atto
firewall sufficientemente grandi si riduce la possibilità di doverli
usare. Ciò che serve adesso è che tutti i governi europei dimostrino il
loro impegno totale per il futuro dell’integrazione economica in
Europa».
Perché la soluzione della crisi del debito nell’Eurozona è così importante per gli Stati Uniti?
«È
così importante perché le nostre fortune economiche sono
intrinsecamente legate e le relazioni con l’Europa sono una parte
importante dei nostri sforzi per creare posti di lavoro e prosperità
negli Stati Uniti. L’Unione europea è il singolo più grande partner
economico dell’America, e il commercio e gli investimenti fra noi
sostengono milioni di posti di lavoro su entrambi i lati dell’Atlantico.
Le nostre banche e i nostri mercati finanziari sono profondamente
connessi. Quando l’Europa va bene questo è positivo per i posti di
lavoro e le aziende in America. Quando la crescita in Europa rallenta o i
vostri mercati finanziari sono instabili, noi ne sentiamo le
conseguenze, così come voi avete sentito l’impatto della crisi
finanziaria americana quattro anni fa. Più semplicemente, gli Stati
Uniti hanno un enorme interesse nella crescita dell’Europa e nel
successo dell’area dell’euro. Questo è perché mi sono consultato
strettamente e ripetutamente con le mie controparti europee durante la
crisi. Ho condiviso con loro le lezioni rilevanti della nostra crisi
recente mentre erano impegnate a fronteggiare questa sfida.
Il mio
incontro con il primo ministro Monti è l’ultimo passo di una
cooperazione che continua. Ho intenzione di riaffermare al primo
ministro il messaggio che ho portato ai miei partner europei in
precedenza, nel caso più recente a Cannes durante il summit del G20: gli
Stati Uniti continueranno a fare la loro parte per sostenere gli amici
europei nel loro impegno per risolvere la crisi. Voglio solo aggiungere
che si tratta di qualcosa che va oltre l’economia. Americani ed europei
hanno un profondo legame di amicizia, forgiato in guerra e rafforzato in
pace. Vogliamo davvero che l’Europa si riprenda e prosperi. Inoltre,
l’Italia è uno dei nostri più importanti alleati e operiamo assieme
all’Europa in qualsiasi cosa che facciamo nel mondo. Quando l’Europa è
forte, prospera e sicura noi assieme siamo più efficaci, e il mondo è
più prospero e pacifico».
In maggio nella sua Chicago ospiterà
il summit della Nato. Uno dei temi sarà la transizione in Afghanistan.
Qual è il ruolo che l’Italia può avere nello scenario del dopo-guerra?
«L’Italia
ha avuto un ruolo cruciale e centrale nella Forza di assistenza e
sicurezza internazionale della Nato in Afghanistan, uomini e donne delle
vostre forze armate hanno servito con coraggio e altruismo, così come
hanno fatto i vostri diplomatici e esperti di sviluppo. Assieme con i
nostri partner afghani e la nostra coalizione di 50 nazioni, abbiamo
compiuto progressi reali nel raggiungere gli obiettivi condivisi di
sconfiggere Al Qaeda, spezzare l’avanzata dei taleban e addestrare le
forze di sicurezza nazionali afghane affinché l’Afghanistan possa
assumere la guida della sua sicurezza. Italiani coraggiosi hanno dato le
loro vite per ottenere tali progressi e noi siamo grati del sostegno
del popolo italiano a questa missione vitale. Apprezziamo l’impegno
dell’Italia a rispettare gli accordi raggiunti al summit di Lisbona del
2010 per sostenere un processo di transizione guidato dagli afghani che è
iniziato lo scorso anno, che consentirà loro di avere la responsabilità
della sicurezza entro la fine del 2014. Aspetto di dare il benvenuto al
primo ministro Monti e ai nostri colleghi capi di governo nella mia
Chicago per il summit della Nato. Sarà un’opportunità per delineare la
prossima fase della transizione in Afghanistan.
La partnership
strategica di lungo termine che l’Italia recentemente ha firmato con
l’Afghanistan è un’affermazione forte e benvenuta sull’estensione
dell’impegno dell’Italia oltre il 2014, proprio come gli Stati Uniti
stanno costruendo una partnership duratura con il popolo afghano. Al
tempo stesso, l’Italia e gli Stati Uniti si sono uniti al resto della
comunità internazionale nell’offrire sostegno politico ad un processo di
riconciliazione guidato dagli afghani che può contribuire a porre fine
ad un’insurrezione che ha minacciato il popolo afghano e il resto del
mondo per già troppo tempo. Il summit di Chicago sarà anche
un’opportunità per noi di consultarsi su altri temi dell’agenda Nato. La
Nato è il pilastro dell’Alleanza transatlantica e della sicurezza
europea. Come l’intervento in Libia ha dimostrato, è anche un pilastro
della sicurezza globale. Guardando in avanti, abbiamo bisogno di
assicurarci che quando la prossima crisi inattesa si manifesterà, saremo
pronti a rispondere. Questo è il motivo per cui lo “Strategic Concept”
della Nato sta preparando l’alleanza per le missioni e sfide del futuro.
Questo è il motivo del perché i ministri della Difesa Nato recentemente
hanno deciso di aggiornare le nostre capacità condivise di
intelligence, sorveglianza e controllo. E questo spiega perché quando
ospiterò il summit in maggio, faremo passi importanti per assicurare che
la Nato abbia le capacità necessarie per affrontare le sfide del nostro
tempo, inclusi i progressi verso il sistema di difesa missilistica
Nato».
La Primavera araba si svolge non lontano dalle coste
italiane. Come possono i nostri Paesi essere d’aiuto ai nuovi governi
arabi affinché possano costruire società più stabili, libere e prospere?
«È
stato un anno straordinario. In Medio Oriente e nel Nord Africa i
cittadini si sono sollevati in nome della loro dignità e dei diritti
universali. Le transizioni democratiche in Tunisia, Egitto e Libia sono
in corso. Assieme alla comunità internazionale abbiamo chiarito che
l’orrenda violenza contro il popolo siriano deve finire e che Bashar
Assad deve dimettersi così che una transizione democratica possa
iniziare immediatamente. Ognuna di queste nazioni affronterà esami
politici e economici procedendo sulla strada della democrazia. Gli Stati
Uniti e l’Europa condividono un profondo interesse nel successo di
queste transizioni. Saranno i popoli della regione a determinare il loro
futuro ma gli Stati Uniti e l’Europa possono e devono sostenerli in
questo momento cruciale. Per questo ho fatto del sostegno alle riforme
politiche ed economiche nella regione una linea d’azione degli Stati
Uniti. Continueremo a sostenere le riforme democratiche e puntiamo ad un
pacchetto di riforme economiche e di partnership per aiutare queste
nazioni ad affrontare le difficoltà economiche che sono anche alla base
delle richieste di cambiamento.
Il sostegno internazionale può
avvenire sotto molte forme, inclusi commercio e investimenti, assistenza
tecnica per le elezioni, potenziamento della società civile e il
sostegno fondamentale ai diritti universali. Grazie alla sua ricca
esperienza storica in transizioni politiche, l’Europa ha un ruolo
particolare da giocare. L’Italia è stata una tenace promotrice dei
diritti umani, della democrazia e dello Stato di diritto in queste
nazioni e noi rendiamo omaggio a tali sforzi per sostenere transizioni
che rispettino tali valori. L’Italia ha inoltre dato contributi
importanti al successo dei nostri sforzi per salvare vite e sostenere il
popolo libico nel porre fine al regime di Gheddafi. Come ho detto in
maggio, ci saranno pericoli che accompagneranno momenti promettenti ma
sono sicuro che, con il vostro sostegno, vi saranno giorni migliori e di
maggiore speranza per i popoli del Medio Oriente e del Nord Africa, che
meritano gli stessi diritti e opportunità degli altri popoli del
mondo».
Nel discorso che pronunciò a Berlino nel luglio del
2007 disse che “in questo nuovo secolo americani e europei dovranno fare
entrambi di più, e non di meno”. Quali sono le nuove sfide comuni che
abbiamo davanti?
«Viviamo in un’era nella quale i destini delle
nazioni e dei popoli sono connessi come mai avvenuto prima. In un mondo
dove le crisi finanziarie possono diffondersi rapidamente dobbiamo
coordinare le nostre risposte, come abbiamo fatto al G-20, per
assicurarci che la crescita globale sia bilanciata e sostenuta. Le nuove
minacce attraversano confini e oceani, dobbiamo smantellare i network
terroristici e fermare la diffusione delle armi nucleari, affrontare i
cambiamenti climatici, combattere la carestia e le malattie. E poiché i
cittadini rischiano le loro vite nelle strade del Medio Oriente e del
Nord Africa, il mondo intero è in gioco nelle aspirazioni di una
generazione impegnata a determinare il proprio destino. Dobbiamo
affrontare assieme queste minacce e sfide. Non c’è maniera migliore di
farlo che attraverso la nostra alleanza con l’Europa, che è la più
stretta e forte del mondo, radicata in storia e valori comuni. Come ho
detto spesso, la relazione dell’America con i nostri alleati e partner
europei è il pilastro del nostro impegno nel mondo. Lo abbiamo visto in
Afghanistan, dove le nostre forze sono spalla a spalla. Lo abbiamo visto
in Libia, dove la Nato ha fronteggiato la necessità assumendosi la
responsabilità della protezione civile, dell’embargo di armi e della
imposizione della no-fly zone. L’Italia e le sue forze armate hanno
avuto un ruolo vitale in queste missioni. La nostra partnership
transatlantica è l’alleanza di maggiore successo e il più grande
catalizzatore di azione globale. Sono determinato a fare in modo che
resti tale».
Lei non ha antenati italiani ma, come ha detto
intervenendo al gala della Fondazione italoamericana Niaf a Washington, è
circondato da stretti consiglieri che ce l’hanno: da Leon Panetta a
Janet Napolitano e il generale Raymond Odierno, dall’ex presidente della
Camera Nancy Pelosi a Jim Messina e Alyssa Mastromonaco. Che cosa prova
a lavorare circondato da tanti americani di origine italiana?
«Come
presidente è un onore lavorare con così tanti colleghi e componenti
dello staff con le radici in Italia. Sono gli ultimi di un lungo elenco
di italiani-americani che hanno dato contributi durevoli alla prosperità
e sicurezza dell’America, e sono orgoglioso di averne così tanti nel
mio team. Sono anche orgoglioso di lavorare assieme a così tanti leader
politici italiani-americani di talento, come la mia amica Nancy Pelosi
che ha fatto la Storia diventando la prima donna a presiedere la Camera
dei Rappresentanti. L’Italia può essere fiera del fatto che i suoi figli
e le sue figlie continuano a dare contributi inestimabili al successo
degli Stati Uniti e alla nostra partnership bilaterale. Ovviamente devo
aggiungere che due persone come Danilo Gallinari e Marco Belinelli
garantiscono un certo buon nome anche alla Nba».