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Saluto dell’Ambasciatore Thorne ai giornalisti

Saluto dell’Ambasciatore Thorne ai giornalisti

Saluto dell’Ambasciatore Thorne ai giornalisti

Villa Taverna, 22 ottobre 2009

Amici della stampa, benvenuti!

Ė per me un grande piacere avervi qui oggi a Villa Taverna, e mi auguro ci saranno altre occasioni in futuro per conoscerci meglio.

Devo dire che mi sento a mio agio con voi. Mi considero infatti più un uomo del giornalismo che della grande impresa. Ho studiato giornalismo, ho scritto un libro, e sono stato editore di riviste e altre pubblicazioni.

Mi è stato chiesto in più di un’occasione il mio pensiero sulla libertà di stampa in Italia. In quanto giornalista ed editore credo profondamente nella libertà di stampa, e la considero un aspetto fondamentale della democrazia. Ma credo anche che tutti noi dovremmo riflettere di più su cosa significhi veramente  “libertà di stampa” nell’era di internet e dell’elettronica.

La mia esperienza più recente nel settore privato è stata un’iniziativa chiamata Global Post. Si tratta di un’agenzia on-line con giornalisti in tutto il mondo che offre ai media tradizionali una copertura professionale delle notizie internazionali.

E’ un mix tra i media tradizionali e quelli di nuova generazione. Questo tema mi interessa moltissimo, e so bene che coinvolge direttamente voi tutti e l’intero mondo del giornalismo.

Uno dei miei obiettivi in qualit à di Ambasciatore è quello di utilizzare al meglio i nuovi media per formulare in maniera efficace il messaggio degli Stati Uniti in modo da rafforzare i già solidi legami esistenti tra i nostri due Paesi. E mi interesserebbe sapere cosa stanno facendo al riguardo le vostre testate.

Ho sperimentato direttamente l’uso dei nuovi mezzi di comunicazione in occasione delle campagne politiche negli Stati Uniti. Ho organizzato l’’uso di internet per raccogliere fondi e per fare comunicazione, prima nella campagna presidenziale di mio cognato, il Senatore John Kerry nel 2004, e dopo nelle fasi iniziali della campagna di Obama nel 2008.

Si tratta di un nuovo fenomeno che ho visto esplodere in America nel corso degli ultimi 5 anni, in particolar modo nelle campagne elettorali. Lo stesso potrebbe verificarsi anche qui in Italia.

Mentre preparavo l’intervento di oggi e confrontando appunti del passato e del presente per dirvi qualcosa in pi ù su di me, mi è venuta in mente un’altra considerazione. Da ragazzo, quando vivevo in quella che oggi è l’Ambasciata cinese a Roma, non esisteva internet. Oggi sono qui in veste di Ambasciatore degli Stati Uniti, e vedo che il mondo dell’informazione sta affrontando gli stessi temi di cui parliamo negli Stati Uniti: Internet sta portando alla fine del giornalismo tradizionale? Come si possono usare in modo efficace i nuovi mezzi di comunicazione che stanno travolgendo il giornalismo e la politica di oggi? Sono interessato a sapere cosa ne pensate.

Rappresento un’Amministrazione che ha costantemente sottolineato la volontà dell’America di ascoltare i suoi partner e alleati, ed il Presidente Obama lo ha evidenziato in numerose occasioni.

Non penso che  il mio ruolo di Ambasciatore degli Stati Uniti sia quello di dare lezioni agli italiani. Desidero quindi avere scambi di opinioni e conversazioni con il governo italiano, con i politici, con la gente comune e con tutti voi, per poter condividere idee e sviluppare una parternship che divenga ancor più cordiale ed efficace di quella già esistente.

Per quanto riguarda la natura particolare del nostro rapporto, prometto che il mio comportamento con voi rappresentanti dei media sarà il più sincero possibile, circostanze permettendo.

In cambio, mi aspetto da voi equità di giudizio. E so che l’avrò.

Desidero quindi stabilire un rapporto vivo ed onesto, non solo con il governo italiano, ma anche con voi e, attraverso di voi, con il popolo italiano.

Grazie ancora per essere venuti qui oggi.