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“Perché l’Europa è importante per gli Stati Uniti”, intervento dell’Ambasciatore USA David Thorne all’Aspen Institute Italia

L'Ambasciatore USA David Thorne (centro) con il Ministro Tremonti e il Sotto Segretario Dassù

L'Ambasciatore USA David Thorne (centro) con il Ministro Tremonti e il Sotto Segretario Dassù

L'Ambasciatore USA David H. Thorne

L'Ambasciatore USA David H. Thorne

Milano, 30 gennaio 2012

Remarks at ASPENIA Incontro Dibattito
Palazzo Clerici, Milano

Illustri ospiti, vorrei innanzitutto ringraziare il Sottosegretario Marta Dassù e l’Ambasciatore Giancarlo Aragona per aver curato l’organizzazione di questo evento, e vorrei inoltre porgere il mio saluto all’On. Tremonti, al Professor Fortis e alla Dottoressa Maggioni.  

Cari amici e colleghi, sono onorato di partecipare a questo incontro per presentare l’ultimo numero della rivista Aspenia dedicato agli Stati Uniti.  
Non potevate davvero scegliere argomento migliore per il numero 55 di questa importante rivista!  A tale proposito, infatti, vorrei fare un breve intervento per poi lasciare spazio all’interessante dibattito di cui Monica sarà la moderatrice.  

Il sottotitolo di questo numero di Aspenia è “L’America senza precedenti”, che per me significa:  “L’America e l’Europa insieme in un mondo senza precedenti”.

Venti anni fa la maggiore preoccupazione per le relazioni transatlantiche era la difesa dell’Europa dalla minaccia sovietica.  
Oggi l’Europa è democratica, in larga misura unificata e quanto mai impegnata a livello globale.  

Non voglio dire che il cammino sia stato semplice.  Solo nell’ultimo anno abbiamo assistito a minacce economiche senza precedenti alla zona Euro, cambiamenti politici radicali nel mondo arabo, sfide impegnative derivanti dalle ambizioni nucleari dell’Iran.  

A tutto ciò si aggiungono questioni come il degrado ambientale, la privacy dei dati, i flussi migratori, solo per citarne alcune.
A prescindere dal tipo di minaccia che affrontiamo, il mondo in cui viviamo è divenuto troppo complesso e troppo interconnesso per soggetti che agiscono da soli.  

Ormai quello che è un problema per uno di noi diventa rapidamente un problema di tutti. In questa prospettiva, non è più sufficiente per gli Stati Uniti essere una Superpotenza.  
Per essere efficaci e raggiungere gli obiettivi comuni, dobbiamo agire come un Superpartner e lavorare con le altre nazioni.  

Nessuno al mondo più dell’Europa condivide questi valori, comprende questa visione e ha le capacità di agire globalmente.  Nelle parole del Presidente Obama l’Europa, “è la pietra miliare del nostro impegno nel mondo”.

Non c’è dubbio che la sfida comune più urgente nell’agenda transatlantica sia quella economica e finanziaria.  

Le economie dell’Unione Europea e degli Stati Uniti rappresentano insieme circa metà del Prodotto Interno Lordo mondiale e quasi un terzo degli scambi commerciali.  I nostri destini sono legati tra loro.  Come Benjamin Franklin ha detto ai firmatari della dichiarazione d’indipendenza: “We will need to all hang together, or certainly we will all hang separately!, che vuol dire   “Dobbiamo rimanere uniti, altrimenti ci impiccheranno uno per uno”.

Il benessere economico degli Stati Uniti dipende dall’interscambio con l’Europa.  E allo stesso tempo l’Europa ha bisogno di una forte economia americana come mercato di riferimento.  Siamo tutti sulla stessa barca ed è importante trovare il giusto equilibrio tra ricercare maggiore austerità e stimolare la crescita.

Il Presidente del Consiglio Monti ha colto con bravura il bisogno di intervenire sia sui conti pubblici che sulle misure per la crescita economica.  Nei suoi pochi mesi al governo, il Presidente del Consiglio e il suo esecutivo hanno avviato importanti riforme mirate a mettere in sicurezza i conti economici italiani e a garantire il futuro del Paese.  

Tra pochi giorni il Presidente Obama riceverà il Presidente Monti alla Casa Bianca, dove parleranno della riforma delle pensioni, delle liberalizzazioni del mercato e dell’impegno del Presidente del Consiglio ad aprire il mercato del lavoro italiano.  Gli Stati Uniti seguono queste misure con attenzione e auguriamo a Monti di riuscire ad assicurare all’Italia una forte ripresa.  

Condividiamo inoltre l’idea del Presidente Monti che l’Europa si debba convincere che concentrarsi solo sull’austerità non è una risposta, e una solida crescita è essenziale per espandere l’economia e per risolvere la crisi a livello globale.

Inoltre, l’Europa è importante per gli Stati Uniti non solo per una questione legata a dollari ed euro, ma per una serie di ragioni non quantificabili in termini monetari.  

Alcuni commentatori hanno parlato molto della nostra rinnovata attenzione verso l’Asia e hanno espresso la preoccupazione che ciò possa comportare una perdita di peso per l’Europa e che gli Stati Uniti stiano in un certo senso abbandonando l’Europa.  Nulla è più distante dalla verità.

Torniamo per un attimo indietro di qualche mese e pensiamo al profondo cambiamento politico che c’è stato in Nord Africa.  Dalla Tunisia all’Egitto, fino alla Libia, un risveglio democratico ha preso il posto di quelli che venivano considerati regimi autocratici che sarebbero durati per l’eternità.  In molti casi i Paesi europei avevano forti legami storici, culturali e politici con quelle nazioni.  

Gli Stati Uniti hanno messo a disposizione le loro capacità e il loro peso diplomatico e hanno collaborato con l’Europa per accompagnare la nascita delle attuali transizioni verso la democrazia.
È stata ben più che una Superpartnership!

Mai come nel caso del conflitto in Libia si è avuta prova del legame tra Stati Uniti ed Europa.
La NATO ha reagito con prontezza e unità e circa 20 Paesi hanno contribuito a proteggere i civili dalla violenza del regime di Gheddafi.  

L’Italia ha svolto un ruolo particolarmente importante in questa campagna visto che la maggioranza dei voli sono partiti dalle basi italiane e ora il vostro Paese ha una funzione di primo piano nell’assistere il nuovo governo libico nella ricostruzione.

Attraverso la NATO, i Paesi europei continuano anche a far parte della coalizione internazionale che opera in Afghanistan.  

In seguito al recente ritiro delle truppe americane dall’Iraq, l’importanza per la regione di avere stabilità e sicurezza in Afghanistan rimane una priorità condivisa dall’Europa e dagli Stati Uniti.

Analoga condivisione di intenti a livello transatlantico è emersa sulla necessità di convincere l’Iran a rinunciare al suo programma nucleare.  I governi europei sono preoccupati quanto noi per la prospettiva di un Iran dotato di armi nucleari.  L’Unione Europea ha recentemente inasprito le sanzioni sugli acquisti di greggio iraniano e sulle attività della Banca Centrale iraniana, unendosi così alla risoluzione ONU 1929 e alle sanzioni imposte dagli Stati Uniti.

Questi sono solo alcuni esempi della nostra agenda comune e dimostrano quanto l’Europa resti vitale per gli Stati Uniti.  In questa sede non c’è bisogno di entrare nel dettaglio della quotidiana e ampia attività di collaborazione, consultazione, azione comune e costruzione del consenso che rende la relazione transatlantica unica.  

Questa relazione è destinata a diventare ancora più stretta ora che gli Stati Uniti si affideranno sempre di più alle partnership multilaterali con l’Europa per portare avanti gli interessi comuni.

Certamente alcuni europei potrebbero rilevare che nel nuovo sistema globale manchi quella chiarezza che ha contraddistinto la Guerra Fredda.  
Questa fase storica di interessi, capacità e risorse in continuo movimento a livello globale crea disorientamento tra chi era abituato alla semplicità del confronto Stati Uniti – Unione Sovietica.  

Alcuni si chiedono quale ruolo l’Unione Europea e l’Europa possano svolgere una volta superata la crisi dell’Euro e la cosiddetta “era dell’austerità”, indicando che la stagione elettorale negli Stati Uniti ci distrae dall’interagire in modo produttivo con l’Europa.

Lasciatemi fugare queste preoccupazioni dicendovi che la “Scommessa” degli Stati Uniti è sul successo dell’Europa. 

Non può che essere così. Abbiamo di fronte le stesse sfide e insieme supereremo quella più immediata, la sfida economica.

Sono fiducioso che avremo un’Europa più ispirata ai principi di Lisbona, capace di reagire più rapidamente e con maggior coordinamento su un’agenda più ampia di questioni.  
Dobbiamo lavorare insieme per promuovere la stabilità nei Balcani, nel Caucaso e per migliorare la nostra relazione comune con la Russia.  

Abbiamo interessi strategici comuni su temi quali la riforma della NATO, i flussi migratori, i diritti umani, la prevenzione del terrorismo e l’espansione dei benefici dell’adesione all’Unione Europea.  
Ciò che separa gli Stati Uniti dall’Europa svanisce in confronto a ciò che ci unisce e questi legami sono destinati a diventare ancora più forti.

Permettetemi di concludere con alcune parole sull’Italia.  
Più di due anni fa, uno dei miei primi incontri in veste di Ambasciatore è stato proprio con Aspen Italia.  L’allora Ministro Tremonti e la Dottoressa Dassù erano al tavolo con altri illustri partecipanti dell’Aspen.  
Ricordo che il dibattito era incentrato sul percorso dell’Italia verso il futuro.  

Nessuno di noi a quel tempo prevedeva la crisi della zona Euro, la Primavera Araba, la situazione in Libia e nessuna delle altre sfide che abbiamo affrontato. 

Ma ricordo che il sentimento comune era – e rimane – che l’Italia ce la farà. L’ingegno, il duro lavoro e la costanza degli italiani sono leggendari, e il Paese è ben capace di risolvere i problemi con il suo stile.  

Quindi, se vogliamo scommettere, io rilancio:  gli Stati Uniti puntano tutto sull’Europa e sull’Italia.

Abbiamo bisogno di voi, vi sosterremo e rimarremo Superpartner nel perseguimento della nostra comune agenda globale.   

Grazie dell’attenzione.