Eluana, clinica Udine non la accoglierà: "Rischieremmo chiusura"

venerdì 16 gennaio 2009 19:39
 

MILANO (Reuters) - La casa di cura "Città di Udine" non accoglierà Eluana Englaro per l'attuazione della sentenza che autorizza la sospensione del trattamento di alimentazione e idratazione artificiale. Lo ha detto oggi la clinica in un comunicato.

"Siamo costretti a ritirare la disponibilità ad ospitare la signora Eluana Englaro e l'equipe di volontari esterni per l'attuazione del decreto emesso dalla Corte d'Appello di Milano il 9 luglio 2008 e ratificato dalla Corte di Cassazione a sezioni riunite lo scorso novembre per il 'groviglio' di norme amministrative e la possibile sovrapposizione di competenze esistenti tra Stato e Regioni", si legge nel comunicato della casa di Cura diffuso nel pomeriggio.

La donna, in stato vegetativo da oltre 16 anni, è stata al centro di una battaglia legale condotta dal padre per ottenere che sia lasciata morire. Dopo averla vinto in ogni grado di giudizio, Peppino Englaro si è visto ostacolare dal ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, che ha ingiunto alle Regioni di vietare alle strutture sanitare di interrompere la nutrizione e l'idratazione per i malati in stato vegettativo

"Gli approfondimenti condotti portano a ritenere probabile che, nel caso si desse attuazione all'ospitalità della signora Englaro per il protocollo previsto, il Ministro potrebbe assumere provvedimenti che - per quanto di validità temporanea proprio in virtù delle specifiche pertinenze delle Istituzioni - metterebbero a repentaglio l'operatività della struttura, e quindi il posto di lavoro di più di 300 persone, oltre che di quelli delle società controllate, ed i servizi complessivamente erogati alla comunità".

"La Casa di Cura ha dunque dovuto rinunciare a portare avanti un'azione concepita con l'unico scopo di dare al signor Beppino Englaro il supporto logistico per esaudire la volontà della figlia. Al termine di questa penosa vicenda, va sicuramente rivolto un sentito ringraziamento alle tante persone che, in vari modi, hanno manifestato concreta solidarietà ed appoggio ad una decisione coraggiosa che è stata portata avanti fin quando è stato possibile".